La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade
nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima.
Carl Gustav Jung
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Diventa ciò che sei
Un  giovane gambero pensò: “Perchè nella mia famiglia camminano tutti all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco”.
Cominciò ad esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica. Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perchè tutto si può imparare, se si vuole.
Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse:
“State a vedere”.
E fece una magnifica corsetta in avanti:
“Figlio mio”, scoppiò a piangere la madre, “ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come tuo padre e tua madre ti hanno insegnato, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene”.
I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare.
Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse: “Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene e non tornare più indietro”.
Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo.
Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea.
“Il mondo va a rovescio”, disse una rana,, “guardate quel gambero e datemi torto, se potete”.
“Non c’è più rispetto”, disse un’altra rana.
“Ohibò, ohibò”, disse una terza.
Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto a un sasso.
“Buon giorno”, disse il giovane gambero.
Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse: “Cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua piuttosto che rivolgermi la parola. Fin che sei in tempo, dà retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio.
Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava: “Ho ragione io”.
E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino.
Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perchè egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: “Buon viaggio!”
(Gianni Rodari, Favole al telefono)
Il protagonista della fiaba  di Rodari il gambero, ben esprime la  differenziazione ed il rispetto della propria individualità e del proprio carattere. Questo processo di differenzazione è presente fin dalla gestazione quando siamo ancora nel grembo materno. È la prima fase di quel  percorso chiamato da Jung individuazione, riconoscersi come esseri unici ovvero  quello che siamo al di là delle maschere e dell’adesione a modelli collettivi È  il  naturale istintivo tendere della psiche alla completezza.
Alla domanda “che cos’è l’individuazione Jung cosî rispose” È molto semplice prenda una ghianda, la pianti nel terreno, la ghianda cresce e diventa una quercia. Così è l’uomo. L’uomo si forma da un uovo e crescendo diventa l’uomo completo, perchè quella è la legge che ha dentro”
A volte il nostro fiorire si arresta, le ragioni sono varie ed allora ed i sintomi hanno la funzione chiamarci a completare il processo. Il senso di colpa, la mancanza di senso, una cronica insoddisfazione, possono significare che la nostra autentica natura non si è realizzata. In questi casi la psicoterapia è un valido aiuto
Dice Jung “l’ uomo non può impunemente sbarazzarsi di se stesso a favore di una personalità artificiale. Il semplice tentarlo scatena inconsce reazioni fisime, fobie debolezze e via dicendo.. ” In   caso  ci trovassimo  nella ”  selva oscura”  e che  la retta via fosse smarrita,  è importante rivolgersi alla psicoterapia nel  confronto, nel  dialogo psicoterapico  e con l’analisi   dei sogni ritrovare la strada perduta . A chi   si appresta a questo affascinante cammino, così  come al gambero auguro di tutto cuore un buon viaggio!
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